La sanguinosissima guerra del retrogaming 1: Per vincere grandi battaglie ci vogliono grandi eroi

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[2. Per vincere ci vogliono truppe addestrate]
[3. Per vincere ci vuole un buon stratega]
[4. Per vincere bisogna epurare i traditori]
[5. Per vincere bisogna combattere la guerra digitale]

Due ore durante la mattina di Santo Stefano producono uno dei miei eroi con più potenzialità. Il 26 dicembre è ufficialmente nato Adriano Buccia, un personaggio immaginario che incarna il lato oscuro del retrogaming. Adriano è cinico, sboccato e, soprattutto, senza scrupoli. Vive il retrogaming come fosse una vera e propria guerra che non contempla prigionieri e dispone dell’aiuto di un ristrettissimo gruppo di redattori con il quoziente intellettivo di un acaro.
Inizia qui (e forse finisce) il ciclo dedicato a “La sanguinosissima guerra del retrogaming“, prendetelo come una specie di numero ZERO. Se la cosa vi aggrada potete scriverlo nei commenti, se invece non gradite, sappiate che gli anonimi non saranno pubblicati.

 

Lunedì 2 dicembre, da qualche parte nella nebbia della pianura padana, Adriano Buccia guarda fuori da una finestra appannata e segnata da lacrime di condensa. Guarda fuori e non vede nulla. Solo il rumore del traffico giunge ovattato attraverso la densa muraglia bianca.
Dietro di lui, sulla parete della stanza sono affisse delle foto in formato A4 chiaramente stampate con una getto d’inchiostro molto economica.
Adriano prende un gran respiro e si rassetta i capelli con la mano, quindi si volta. Il grande tavolo della sala riunioni è al completo. Gli ultimi due redattori del sito “Reboot Retro” sono impegnati a trastullarsi come sempre. Uno disegna Topolino sui fogli di un blocco notes, mentre l’altro controlla i risultati di campionato sullo smartphone. Quest’ultimo, quando nota la posizione in classifica del Milan, emette un lieve singulto.
«Siamo a un passo dalla disfatta, signori» esordisce il Buccia. «Ieri quei pennivendoli si sono permessi di mandare un loro uomo al “Lucca Vintage Games”, nel bel mezzo del nostro territorio. Stiamo perdendo terreno su facebook, i loro gruppi spuntano fuori da ogni angolo. Presto tutto l’ambiente retro parlerà romano. La fine, vi dico, è prossima. Dobbiamo assolutamente fare qualcosa!»
I redattori si scambiano sguardi smarriti.
« Ma capo » domanda il giovane disegnatore sollevando la punta della matita dal deposito di zio Paperone: « non credo sia il caso di disperarsi così »
Adriano sgrana gli occhi e fa un ringhio a denti stretti: « IDIOTI! Possibile che debba sempre spiegarvi tutto? Verificate da voi. Il loro gruppo principale è su facebook da poco più di un anno e conta quasi 1000 iscritti. Noi ci siamo da molto di più e siamo sempre fermi a 300!» esclama « Ormai il retrogaming italiano è in mano al nemico e voi non ve ne siete neanche accorti. Dove eravate mentre accadeva tutto questo? A farvi le seghe? » poi si volta e picchia il grasso indice contro la prima delle fotografie affisse, quella disposta al vertice di un’ipotetica piramide.
I redattori si sporgono sul tavolo. Quello con lo smartphone fa una foto con la videocamera e poi scruta con attenzione.
«Ebbene?!» tuona il Buccia.
[…] Silenzio.
«Beh? Nessuno ha niente da dire su quest’uomo?»
[…] Ancora silenzio.
Adriano si guarda i piedi, scuote la testa e lancia una sommessa bestemmia. « Questo è Enrico Borriello signori miei! Un ex-redattore che ha militato fra noi ben prima che voi due, ignobili mentecatti, arrivaste. Era uno dei migliori e gli volevo bene come a un fratello, ma quell’infame ha pensato male di tradirmi e dopo avermi carpito tutti i segreti del retro, si è permesso di andarsene e fondare un suo proprio portale. È di RETRO UNIVERSE che sto parlando, dannati stupidi. Quest’uomo è colui che capeggia i nostri avversari, è il nemico pubblico numero uno!» E così facendo sferra un pugno alla fotografia ma le sue nocche impattano il freddo intonaco sottostante. Adriano ritira la mano in grembo ed emette un gemito.
Nessuno fiata ma tutti adesso lo fissano con occhi sgranati.
«Era per darvi un’idea, cretini che non siete altro!» minimizza il Buccia stringendosi con malcelata noncuranza il pugno al petto.
I redattori sono ancora a pecora sopra il tavolo, protesi verso la parete.
«Ma esattamente noi cosa dovremmo fare?» sussurra il redattore disegnatore al collega smartphonato.
«Boh? E che ne so? A me già girano le palle per il Milan…» replica l’altro.
«MA COMINCIAMO DALL’INIZIO ALLORA!» sbotta il Buccia riprendendo il filo del discorso.
«Un paio d’anni fa, il Borriello e un altro barbone delle sue parti aprono un blog quasi per gioco. Probabilmente i due cercavano un posto dove ruttare o dove spargere le loro cagate. Dopo poco aprono anche una pagina facebook collegata al blog e per un po’ restano lì a mangiarsi le carbonare e scorreggiare. Noi di “Reboot Retro” non ci accorgiamo della gravità della cosa. Del resto chi si può filare l’ennesima pagina sul retrogaming nel bel mezzo di un oceano di pagine sul retrogaming? Non è che a giornate stiamo lì a dire “oh, qui questa pagina ha tot utenti, quell’altra ne ha di più, quell’altra ancora ne ha di meno…”. Oggi ne ha 25, ieri 26, l’altro ieri 30. Avete capito cosa intendo, no?»
Adriano incombe con la sua grassa mole sui suoi redattori che adesso lo fissano impauriti, seduti a schiena dritta sulle loro sedie.
« Un anno dopo, come per magia, la pagina facebook comincia a registrare un anomalo incremento di utenti. Ne iniziano ad arrivare a frotte. 5-10 nuovi utenti AL GIORNO! È il primo campanello di allarme ma in compenso il loro blog è sempre roba da pellai. Un’offesa a tutto quello che si può giudicare esteticamente gradevole e lontano anni luce dal bellissimo design del nostro sito che, vi ricordo, è appositamente studiato per fondere le morbide linee di Puzzle Bobble al divertimento color pastello di Hello Kitty. »
I due redattori annuiscono come fossero tutt’uno.
«L’ascesa di RETRO UNIVERSE è continuata per tutto quest’ultimo anno» prosegue il Buccia, «durante il quale l’attrito con noi di REBOOT RETRO non ha fatto altro che salire, e quei pidocchiosi si sono pure permessi di bannare il mio utente da tutti i gruppi del loro network?! Poco male signori. Ho già provveduto ad infiltrarmi con una nuova identità, non state a preoccuparvi troppo. Il problema più grosso è che questi si sono messi a rifare il look al loro blog e adesso è pure una cosa guardabile. Ma ora dico BASTA! Dobbiamo fermarli qui. ORA! È ufficiale: tra noi e loro è la guerra del retrogaming»

I due redattori adesso si guardano sconcertati.
«Capisco capo. Cosa propone di fare?» domanda smarrito lo smartphonato.
«La morte sociale!»
«Cioè?»
«Dannazione, da chi pensate sia costituito il pubblico retro?»
«Ma…Non saprei capo…Da persone che apprezzano l’informatica fin dai suoi albori e ne vogliono preservare la forma e la memoria?» la butta lì il disegnatore.
«NO, CAZZO! Da adolescenti semi-analfabeti che vogliono dire la loro sparando cazzate su cose di cui non hanno la minima cognizione. Da vecchi quarantenni nostalgici che si rifiutano di crescere e pretendono di aver ragione su tutto, e da qualche elettore di Forza Italia che non sa dove andare a sperperare la sua valanga di quattrini»
Cori di “Aaah” e “Oooh” risuonano nella sala riunioni. I redattori annuiscono sorridenti, scambiandosi cenni di assenso. Quello che disegnava scoppia a piangere e strappa un foglio del bloc-notes per soffiarcisi il naso.
«Capo, lei è di un acume e di un’intelligenza veramente superiori» lo adora in ginocchio quello con lo smartphone.
« Lo so. Lo so. State calmi e per favore evitate di genuflettervi. Lo sapete che mi scoccia, mie fedeli sottoposti »
« Fossero tutti come lei!» cinguetta un po’ malinconico il redattore disegnatore.
Adriano si gode il suo minuto di gloria e poi riprende inesorabile.
« La morte sociale, dicevo. Avvieremo la nostra macchina del fango su facebook, li contrasteremo là dove credono di essere più forti. Volete sapere come? Bene. Ve lo dico io come. Quando uno di loro interverrà da qualche parte, in qualsiasi gruppo, noi accenderemo sempre e comunque una polemica vittimistica basate sul nulla. Daremo a bere a tutti che loro sono il male, che ci odiano e ci vogliono distrutti. In Italia vince chi piange più forte signori. La maggior parte degli italiani adora tifare per lo sfigato, riabilitare il vessato. L’italiano medio si beve tutte le storie più assurde purché siano condite da lacrime, catarsi, redenzione e immancabile rivalsa. Noi dobbiamo premere su quel tasto. In breve tutti crederanno che noi siamo i poveri perseguitati, e che quelli di RETRO UNIVERSE soltanto degli invidiosi con il dente avvelenato. Questa è la via che condurrà alla vittoria, fidatevi, altrimenti vent’anni di Berlusconi non si spiegano»
Applausi scroscianti.
« MA NON È ANCORA IL MOMENTO DI FARSI I POMPINI A VICENDA!” sbotta nuovamente Adriano.
La sua pasciuta manona adesso indica una delle foto nei livelli bassi della piramide.

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« E quello chi è? Con quella faccia da scemo sembra la Monna Lisa con Microcomputer » esclama ridendo lo smartphonato. Il suo collega si unisce agli sghignazzi e gli porge il cinque alto: « Ma come ti vengono certe volte…»
Ma Adriano Buccia non è minimamente toccato dalla ilare battuta. Non ride. Non ride per niente.
« Siete proprio due coglioni senza scroto. Questo è uno degli elementi più pericolosi della redazione avversaria. Anche se tiene una faccia da fesso è capace di scrivere qualsiasi cazzata per mettervi in ridicolo. E poi…» fa una breve pausa carica di pathos. « …come se non bastassero tutti quei romani coatti; lui è TOSCANO.”
« NOOO » esclamano funerei i due redattori.
« Invece sì. E pretendo che voi siate particolarmente duri con lui perché con tutte quelle “c” aspirate, quel fastidioso modo di parlare tipo: “la mi’mamma, il mi’babbo, passami la harne, la hoca-hola” e quel senso dell’umorismo da 4 soldi, i toscani hanno devastato questo paese fino alle fondamenta, sappiatelo.»
Ancora applausi a scena aperta. Lo smartphonato innalza il suo telefonino che ha per sfondo l’immagine di Alberto da Giussano.
« SIAMO TUTTI CON LEI CAPO! » urla il disegnatore.

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Adriano Buccia si para in piedi davanti al tavolo. Il suo unico monociglio aggrottato in un’espressione di sfida. Le braccia allargate come un Gesù Cristo handicappato.
« BENE MIEI FEDELI SOTTOPOSTI, AVETE BEN CAPITO COME COMPORTARVI? »
« SIII! » urlano i redattori con i pugni alzati al soffitto.
«Ah, capo. E per le minacce personali tramite messaggistica privata come ci regoliamo?»
Adriano ci pensa un po’ su e poi conclude.
« No. Non è ancora il momento per quelle. Semmai ci penserò io dopo »

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OMONE

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nel posto più vicino al retrogaming e la cultura pop anni '80/'90. Nel mio passato ci sono progetti multimediali falliti in collaborazione con Makkox; tre libri scritti in collaborazione con me stesso e tre podcast di relativo successo. Atariano della prima ora, mi piace molto giocare ai videogiochi vecchi e nuovi. Tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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